Storia e Territorio

Percorrendo la Flaminia non si può non notare Fossato, su in collina, aggrappato alla roccia su cui poggiano le sue case, tutte ordinate e legate tra loro a proteggersi e a proteggere i fossatani da tutto il resto.

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Descrizione

Percorrendo la Flaminia non si può non notare Fossato, su in collina, aggrappato alla roccia su cui poggiano le sue case, tutte ordinate e legate tra loro a proteggersi e a proteggere i fossatani da tutto il resto. Fossato col suo castello da tempo remoto ultimo baluardo in territorio perugino sul confine naturale dell’Appennino, di qua della Marca. Antichissimo insediamento umbro divenuto HELLVILLUM con i Romani posto lungo la storica via consolare Flaminia divenuto poi FOSSATON, conteso ora da Gubbio, ora da Perugia, oggetto di scorribande soldatesche al soldo degli Sforza, dei Borgia, dei Della Rovere, ma sempre lì a resistere agli eventi e alla sua tramontana, compagna instancabile di lunghe giornate invernali, come probabilmente ai tempi dei Gricci costruttori di orologi da torre. Uno dei loro gioielli posto nella torre pubblica medievale, ora all’interno dell’Antiquarium comunale, scandiva la giornata degli abitanti del castello. Fossato accoglie i visitatori con le Mura, la sua terrazza sulla piana e la vista spazia a destra verso il Monte Cucco e a sinistra verso il territorio di Gualdo Tadino e nelle giornate limpide si può distinguere anche il monte di Assisi, il Subasio. La porta duecentesca che si apre sulla piazzetta antistante invita ad entrare e le due viuzze laterali “Le Rughe”, segnano l’inizio di un percorso a ritroso nel tempo, attraverso strette stradine pervase da odori di cucine familiari oggi difficili da ritrovare e bellezza inaspettata come nei gioielli di pittura della Piaggiola con i suoi affreschi quattrocenteschi del maestro eugubino Ottaviano Nelli. Visitare Fossato è scoprire un luogo immutato e non compromesso dalla modernità di fronte al quale la sensazione che si prova non può che essere emozionale. La vita scorre lenta con ritmi a misura d’uomo sospesa in un silenzio impalpabile interrotto a volte dal suono delle campane del Monastero di Santa Maria del Fonte.

Driving along the Flaminia you cannot notice Fossato, up on the hill, clinging to the rock on which its houses stand, all organised and linked together to protect themselves and their inhabitants. Fossato with its remote castle was the last bulwark in the Perugia area on the natural border of the Apennines. Fossato was first an ancient Umbrian settlement which became HELLVILLUM with the Romans located along the historic consular road Flaminia. It later became FOSSATON, disputed on occasion by Gubbio, Perugia, the Sforzas’ soldiers, the Borgias, the Della Roveres, but always resisting the events and its north wind, tireless companion of long winter days, as probably was at the time of the Gricci tower clock builders. One of the Gricci jewels that used to be placed in the medieval public tower and is now displayed in the municipal Antiquarium, marked the day of the inhabitants of the castle. Fossato welcomes visitors with the walls, its terrace and its view that goes on the right towards Monte Cucco and on the left towards the territory of Gualdo Tadino (on clear days you can also distinguish the mountain of Assisi, the Subasio). Fossato welcomes you with the thirteenth-century door and the two side streets "Le Rughe". These alleys mark the beginning of a journey back in time, through narrow streets pervaded by the smells of familiar kitchens - today difficult to find - and unexpected beauty as in the painting of Piaggiola with its fifteenth-century frescoes by the Gubbio master Ottaviano Nelli. Visiting Fossato means discovering a place that has maintained its originality and has not been compromised by modernity. Life flows slowly in Fossato, with high-paced rhythms suspended in an impalpable silence sometimes interrupted by the sound of the bells of the Monastery of Santa Maria del Fonte.

Storia di Fossato di Vico

La presenza umana nel territorio di Fossato di Vico è molto antica e risale presumibilmente al II millennio a.C. con l’età del bronzo. Fu in questi luoghi che Umbri, Piceni e altri popoli dei versanti Appenninici si incontravano e scambiavano i loro prodotti, presso il valico appenninico (Cima Aiale). 
In seguito, nel III-II secolo a.C., venne colonizzato dai Romani, e prese il nome di “Helvillum”. La costruzione (nel 220 a.C. circa, ad opera di Gaio Flaminio) della “via Flaminia”, principale via dell’intera regione sia per motivi militari sia per motivi economici (dove vi si scambiava di tutto), decretò Helvillum come vicus e mansio, cioè un importante insediamento, transitato e organizzato dove si potevano cambiare i cavalli, si poteva dormire e mangiare; con Cesare Ottaviano Augusto venne anche qui probabilmente istituita una stazione di posta.  La “mansio” era posta a 124 miglia da Roma, tra Nuceria, l’attuale Nocera Umbra, ed Ensem, l’attuale Scheggia. 
La via Flaminia fu per tutta l’età antica e fino ad oggi il principale collegamento tra Roma e la costa adriatica, ripercorrendo antichi sentieri risalenti ad epoca preromana, frutto di un lungo lavoro di pianificazione. 
I Goti di Alarico, oltre 100.000 persone tra donne, uomini, bambini con i loro carri, transitando sulla Flaminia diretti verso Roma per stringerla in assedio nel 410 d.C., saccheggiando quanto trovavano, probabilmente devastarono Helvillum per la prima volta. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, con la battaglia cosiddetta di Tagina nel 552 d.C., combattuta nell’ambito della guerra greco-gotica, il villaggio venne probabilmente distrutto in via definitiva e un nuovo insediamento fu edificato in una posizione più dominante, questa volta con un nome bizantino “Fossaton” (che significa fortificazione), mentre il “di Vico” fu aggiunto nel 1862, dopo l’Unità d’Italia, per distinguere Fossato da altri omonimi, in onore del conte di Nocera “Vico di Monaldo”, chiamato “il Lupo”.
I bizantini furono i fondatori del castello di Fossato e ciò che resta è quello che oggi viene chiamato “il Roccaccio”.
Nel 996 d.C. Ottone III diede al Conte Vico il Vicariato dei territori già in suo possesso, compreso Fossato. Nel XII sec. d.C. succedettero ai Vico i Bulgarello, i quali divennero signori di Fossato e fecero vivere al castello degli anni molto intensi. Infatti nel 1187 d.C. avvenne la sottomissione, sgradita di Fossato a Gubbio. Nel 1208 i Bulgarello sottomisero poi il castello a Perugia, forza dominante, ponendo ad essa le loro condizioni. Poi nel 1251 i Bulgarello vendettero il castello a Gubbio per una cifra di 4000 libre (dopo tutto l’atto di vendita, se posto davanti ad un giudice, sarebbe risultato falso), ma gli eugubini non si godettero mai Fossato, perché Perugia non rinunciò al suo principale bastione nel nord-est umbro, tanto meno pensò di cederlo ai rivali; infatti fra i due contendenti scoppiò una guerra per il possesso del castello, terminata poi grazie a Città di Castello, scelta come arbitro dalle due parti, con la sottomissione definitiva di Fossato a Perugia.
Tra il 1259 e il 1266 Fossato diventò un libero Comune e si dotò degli “Statuta”, pubblicati il 13 maggio 1386, dal quale evento è stata ripresa la Festa degli Statuti, che dal 1996 si svolge il secondo weekend di maggio per le vie del centro storico. Fossato impedì a Francesco Sforza nel 1442 di penetrare nel castello, con un’eroica resistenza, ma nel 1500 si dovette arrendere all’attacco di Cesare Borgia, detto “Il Valentino” (figlio di Papa Alessandro VI e fratello di Lucrezia Borgia), che la devastò, quindi nel 1517 dovette arrendersi anche al Duca di Urbino, Francesco Maria I della Rovere.
Nel 1540 Fossato passò sotto il dominio dello Stato Pontificio, mentre nel periodo napoleonico si trovò ad essere terra di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero di Francia (fu per questo motivo che a Osteria del Gatto, che si chiamava Osteria Nuova, venne istituita la dogana), fino a quando scomparso Napoleone, tornò sotto lo Stato Pontificio, nel quale rimase fino alla battaglia di Castelfidardo del 18 settembre 1860, quando Umbria e Marche vennero liberate dalle truppe sabaude e successivamente, tramite un referendum, divennero parte del Regno d’Italia.
Fossato di Vico, ancora oggi come nel passato, è terra di confine e di passaggio tra le due realtà regionali dell’Umbria e delle Marche.

Modalità di accesso:

Aperto al pubblico

Indirizzo

Contatti

  • Telefono: 075914951
  • PEC: comune.fossatodivico@postacert.umbria.it

Pagina aggiornata il 28/06/2024